
La leucemia a cellule capellute è una forma cronica causata dalla trasformazione tumorale dei linfociti B, un tipo particolare di globuli bianchi. I farmaci impiegati fino ad oggi spesso non risultavano efficaci: nella metà circa dei casi, dopo un periodo variabile dai 2 ai 10 anni, si verificava, infatti, una ripresa della malattia. La nuova frontiera per i pazienti che non rispondono alle cure tradizionali oggi si chiama invece Vemurafenib, principio attivo alla base del nuovo farmaco intelligente, che colpisce selettivamente la lesione genetica che causa la leucemia a cellule capellute.
Il farmaco, a differenza dei chemioterapici, può essere assunto per via orale ed i suoi effetti tossici sono sempre reversibili. Lo studio, spiega l’Airc, è stato condotto parallelamente in Italia e negli USA, ed è stato finanziato dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro nell’ambito del programma speciale Airc 5 x mille. Nei 49 pazienti valutabili si è osservata una risposta al farmaco che è stata del 96% nello studio italiano e del 100% in quello americano, e gli effetti positivi sono stati ottenuti nel giro di 2-4 mesi di terapia.
